Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti.
Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?
È il febbrile bisogno di guai dei tredicenni o degli avvocati penalisti, non fa differenza.
Di quel bisogno trasudano le pareti delle loro camere da letto o dei loro studi legali, ed è non senza esitazione che iniziano a dar voce a questa loro fame, come i gatti a marzo, in calore, crogiolati nel sole delle tre del pomeriggio, votati all’unica valida motivazione per squarciare in un acuto languido, calante, le pennichelle di noialtri.
Ecco, è lo stesso per chi si scopre per la prima volta dotato di follicoli, e inizia a emanare quel tanto acido che solo i germoglianti ormoni preadolescenziali riescono a effondere, oppure per chi non può dare troppo a vedere che tutti i santi giorni si pente di essersi trasferito in Norvegia, si vive meglio – dicevano – vedrai che ne gioverete tutti – aggiungevano – ma tu ci fai la fame, lì, senza che il sangue ribolla nelle viscere a qualcuno e gli faccia commettere qualche sciocchezza per cui si odierà fino alla tomba ma da cui tu pagheresti il mutuo.

