Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti.
Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?
Siccome hai detto che sei caduto e il dolore ti ha fatto veder le stelle ma non c’era nessun telescopio accanto al tuo letto, non ti crederò mai più. Hai salvato capra e cavoli, ma non vivi in una fattoria. Allora mi hai mentito! E che mi dici di quei due piccioni che avresti preso con una fava? Non li vedo da nessuna parte. Quel tavolo avrebbe le gambe? La bottiglia un collo? Le pagine del libro le orecchie? Ma che razza di esseri sarebbero questi? Calma, calma. No, calma niente! Mi parli di botte piena e moglie ubriaca ma Lisa è pure astemia. Le bugie hanno le gambe corte ma non è garbato pronunciarsi in questi termini, ci sono persone affette da nanismo. Come faccio a ritagliarmi del tempo? Dove vado, dalla sarta? Che le chiedo? Ehi, hai ragione. Benvenuto nel mio mondo, lascia che ti spieghi che cos’è il linguaggio figurato. Le metafore, le catacresi, le metonimie. Noi qui viviamo di questo, forse da te non funziona così. No, da noi proprio no. Una parola per un unico concetto o oggetto, una sola, non di più. Ah, ecco. Certo che vieni proprio da un altro pianeta! Eh sì, è proprio così, te l’ho appena spiegato come funziona. Giusto, come non detto. Ma lo hai detto eccome! No, è che si dice così…anzi, niente, lascia stare.