Mer. Ott 23rd, 2024
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Il fil rouge che ci lega al passato e al meridionalismo delle origini ha la sua naturale continuazione nella cultura, nell’intelligenza e nell’arte dei giovani meridionali. “Lettere meridiane” è la campagna che ha il fine di portare ad emersione la produzione letteraria, intellettuale e artistica dei giovani meridionali.

Ci sono tanti motivi per non scrivere, non produrre musica o non generare nuove opere d’arte. Ce ne sono in verità tantissimi. Uno solo è quello che ci impedisce di considerarli ragionevoli: vivere. Perché scrivere, suonare, cantare e dipingere altro non sono che le attività in cui si esprime lo spirito degli uomini e delle donne che sono vivi e che non intendono lasciare il passo ad una fraudolenta dimensione della vita fatta di silenzi e di passività. Vivere attraverso l’arte, la musica e la scrittura come declinazione naturale di sé, condizione natura per autodeterminare se stessi.

Spesso abbiamo sentito dire che le nuove generazioni meridionali sono un passo indietro rispetto ai loro fratelli e alle loro sorelle d’oltre Tevere. Spesso, troppo spesso abbiamo finito col convincerci che una certa forma di sublimata inferiorità potesse essersi insinuata nel nostro luogo di nascita, nelle nostre terre, e che avesse larvatamente ammorbato il nostro modo d’essere. Negli ultimi decenni essere nati nel Sud d’Italia è parso essere peccato originario dal quale riscattarsi attraverso il disconoscimento di sé e delle proprie origini. Su questo sottosuolo fatto di asperità e di rinnegamenti imposti dell’alto, l’ethos meridionale è arso sino all’incenerimento.

Ma un individuo che rinnega il proprio ethos, la terra da cui proviene e gli usi e i costumi che l’hanno accudito sin dalla nascita non può diventare mai ciò che desidera. Un individuo che nega al presenta la condizione di naturale proiezione del passato non ha futuro.

La sfida di questo concorso artistico, musicale e letterario è proprio confutare questa bolsa retorica del non esser meridionali: ritrovare la sottile, intima traccia dell’ethos meridionale attraverso l’arte, la musica e la scrittura. Riscattare dunque  sé stessi e la propria terra, dimostrando al resto d’Italia e al mondo che al di qua del Tevere c’è una valorosissima schiera di intellettuali, artisti e musicisti pronti a costruire un una dimensione culturale. La lanciamo, questa sfida, proprio alle nuove generazioni del Sud d’Italia, invitandole a partecipare a questo ambizioso progetto. Ricominciamo, insieme, proprio dai più giovani a costruire un nuovo meridionalismo.

Il concorso si fa così un progetto fluido, non gerarchizzato. Non seguirà gli ordinari schemi competitivi dei concorsi classici e non annacquerà i nobili fini da cui è mosso con una logora quanto dannosa logica di competizione. È un’illusione nostrana quella che ritiene la competizione condizione necessaria per il progresso. In Lettere meridiane non si concorre contro qualcuno, ma si concorre insieme con gli altri per un traguardo comune. Allo stesso modo, questo atipico concorso rifiuta la logica aristocratica del giudizio e della qualificazione della giuria come unico parametro di valore di un’opera. Non ci saranno imbalsamati cultori della materia a giudicare le opere dei concorrenti, ma la schiera dei lettori, degli osservatori e degli ascoltatori ad esprimere il proprio gradimento. Una votazione popolare insomma, compiuta dagli unici soggetti davvero legittimati a farlo: i destinatari delle opere.

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