Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti.
Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?
Spiriti e accenti spiritosi e saccenti spiritati e latenti spirulina e condimenti spirale e avvolgimenti spirare e contenti spirituale e sacramenti spiro sospiro respiro inspiro espiro ho la dispnea per la dispensa che sto studiando ho la diarrea per la diarchia di stomaco e intestino sul mio cervello. Ho deciso che ogni discorso scatologico è un discorso escatologico e che ogni escremento è un’escrescenza. Non m’importa se ti si sono incrociati gli occhi mentre leggevi queste righe, volevo solo incollarti un ronzio di parole all’orecchio e farle rimbombare come una rumba in 2/4. In tempi di guerra la guerra bisogna gridare che fa schifo. Non ha senso. Dici, ha senso invece vedere nero su bianco come suonano le parole? Assolutamente sì. Qualsiasi cosa ha più senso della guerra, senti che brutto suono che fa la parola “guerra”, ti si serrano le mascelle è un ringhio grottesco è un digrignare sardonico che ti mette paura, ti fa rabbrividire da capo a piedi, è una morsa che ti squarta le viscere. Fa schifo.