Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti.
Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?
Vuoi scansartela, vuoi distogliere lo sguardo e far finta di niente. Ma non per un attimo, per tutta la vita. Noi stiamo parlando ma non di ciò di cui parliamo, noi parliamo dell’altro. Di quell’altro lì, hai capito bene. Lo sappiamo perfettamente, ma stiamo qui a farfugliare scempiaggini sul nulla. Sperperiamo preziose facezie in inezie. Potremmo scavalcare questa diga e denudarci d’ogni falda, svestirci d’ogni farsa. Noi lo sappiamo che abbiamo disperatamente bisogno di parlare di ciò che vorresti eludere a ogni costo. Tu credi di poter scappare ma non scappi, sei umano ma non vuoi piantare quel dito nella piaga e affondare. Ma io ti dico: premi. La letteratura e le storie umane della miseria umana e della schifezza umana e della fatica umana e della pietà umana e dello splendore umano. Se hai a che fare con la letteratura non te la scansi tutta questa meravigliosa porcheria che vorresti dimenticare ogni giorno. Chi siamo, da dove veniamo. Dove andiamo.