Mer. Lug 16th, 2025
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Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti.
Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?

Mormorano le cattedrali assolate a mezzogiorno, formicai che si riversano sulla piazza principale. Brulicano i marmocchi con i capelli ingellati che in una mano stringono il sacchetto di carta da un euro con gli scarti delle ostie, e con l’altra si scaccolano. Le mamme chiamano a gran voce Mariasole! Jennifer! Alba Sofia! che sgambettano schioccando sui gradini tacco-punta tacco-punta tacco-punta con le loro ballerine di vernice nera bianca e blu e afferrano e tirano su per la minuscola coscia la calzamaglia di lana rosa panna e celeste, quella dannata calzamaglia che scende mentre ti muovi ed è così insopportabile che non vedi l’ora di cambiarti prima di andare a pranzo da nonna, di metterti quella tuta comoda grigia coi fiorellini che mamma ha preso di una taglia più grande, così si trova bene già per l’anno prossimo, ‘che crescerai. Dice la nonna che ti farai grande. Eccola che sbuca dall’ingresso, la nonna, insieme a tutte le sue amiche nonne era seduta al primo banco, le nonne-monili, tutte sorridenti nel vestito buono della domenica, apparecchiate con ori e perle tirate fuori dal portagioie sul comò, le nonne tutte improfumate dopo essersi impregnate del tanfo di frittura e soprattutto di quello di abbondante cipolla per insaporire il ragù. Escono i mariti, i padri e i papà, incamiciati incravattati incensurati, lasciando una nuvola di acqua di colonia dietro di sé. Le campane rintoccano che è giunta l’ora, si torna a casa o si fa aperitivo in centro o si fa una passeggiata sul lungomare o si litiga in macchina. Resta solo lui, un uomo inginocchiato al primo banco, il rosario stretto tra le dita, gli occhi bassi. Chissà se piangono, se sono chiusi, o se spalancati in un incubo diurno, e se il fiato gli basta per un’Ave Maria.

di Rossella Liotine

Laureata in Lettere Classiche e studentessa di Italianistica e Culture letterarie europee, appassionata di scrittura creativa, etimologia, letteratura.

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