Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti. Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?
«Marì, guarda quello lì di fronte alla strada. No, niente, lascia stare. Non hai fatto in tempo. Quello là, sull’altro lato del marciapiede. Eh. Si stava grattando…lo scroto. Non avevo mai visto un uomo farlo, prima d’ora.»
«E va beh, oh, c’aveva prurito. Anche loro hanno questi bisogni, dopotutto.»
«Ma sì, sì, certo, però sai tra noi donne è più comune, capita ogni tanto una grattatina là davanti, ci spostiamo l’elastico delle mutande tra le chiappe come se niente fosse, nessuno si scandalizza. Se lo fa un uomo, invece, appena mette mano là sotto, pensi “che gesto inappropriato, non si addice a un uomo!”»
«In effetti, uno non ci pensa mai ma è così. Beh sì, è vero. Il punto è che è inappropriato a prescindere, fa oggettivamente ribrezzo, ma è come se per noi fosse più lecito che per altri. Un po’ mi dispiace per loro, poverini. Sicuramente si castrano – non letteralmente – quando sono in pubblico.»
«Dici tu, sempre così composti, impettiti, quasi intimiditi. Timidi no, intimiditi.»
«E noi qui a grattarci come se niente fosse.»
«Come se fosse un privilegio, altro che niente.»