Non studiate la Storia, no, non perdete il vostro tempo, è faticoso.
Studiare la Storia, comprenderne le irrazionalità e i processi significa entrare in crisi, pensare, sviluppare un giudizio.
Tutto ciò può generare fatica e dolore.
Studiare la storia significa indagare il modo in cui gli esseri umani hanno costruito il proprio mondo nel tempo, come hanno abitato il potere, prodotto ricchezza, combattuto guerre, lottato per l’emancipazione o imposto dominazioni. Non si tratta solo di conoscere nomi e date, ma di comprendere processi, strutture e trasformazioni che hanno plasmato le società, influenzando anche il presente. La storia offre gli strumenti per cogliere le continuità e le rotture, per smascherare le narrazioni ideologiche che si travestono da verità oggettive, e per interpretare criticamente il mondo. È un esercizio di coscienza e responsabilità, perché rende visibile ciò che spesso viene rimosso: le ingiustizie del passato, le lotte dimenticate, i percorsi alternativi che la storia avrebbe potuto prendere. In questo senso, studiare la storia è un atto di libertà: significa sottrarsi all’imposizione dell’oblio, significa non accettare passivamente ciò che è, ma interrogarsi su ciò che è stato e su ciò che potrebbe ancora essere.
Per Benedetto Croce, la storia non è semplicemente un accumulo di fatti del passato, ma è innanzitutto storia pensata, cioè storia giudicata, interpretata alla luce del presente. Non esiste, a suo parere, un passato “oggettivo” separato dal nostro sguardo: ogni narrazione storica è un atto intellettuale, che seleziona, interpreta, dà significato. Per questo Croce afferma che “ogni vera storia è storia contemporanea”, nel senso che ogni epoca rilegge il passato secondo i propri problemi, valori e categorie.
Lo storico non registra ma giudica, e nel farlo esprime una visione etica, perché il giudizio storico è sempre, per Croce, anche un giudizio morale e spirituale. La storia, quindi, ha senso solo se vista come il progresso della libertà, come manifestazione dello spirito umano che si realizza nel tempo. Non c’è spazio per una storia “scientifica” intesa come descrizione neutra: l’unica storia possibile è storia della libertà, che riflette il valore dell’agire umano.
Gli eventi non sono prodotti da leggi impersonali, ma sono il risultato dell’iniziativa e della responsabilità dell’uomo, per questo la storia è filosofia in atto, perché in essa si realizza il pensiero che giudica e dà senso all’esperienza.
Non studiate la Storia se non siete in grado di reggere il peso della libertà, della consapevolezza, perché gettare luce sul passato significa dotarsi di strumenti che vi consentono di comprendere le irrazionalità del vostro tempo.
Non studiate la Storia se non volete conoscere le profondità delle azioni umane. Studiate la storia solo se amate la conoscenza.