Di Solomon.
Abbiamo bisogno di nuovi ideali e andare oltre la solita vecchia religione rivelata. Le religioni abramitiche infatti hanno fallito a livello sociale e psicologico, ma non sul piano politico economico.
Esse sono cresciute prosperando sul malessere della gente, pascendosi di denaro e classismo. Quando la religione ha incontrato la politica, c’è stato un matrimonio blasfemo che ha generato, nei secoli, prevaricazione, diseguaglianze, violenza e potere.
Allora come possiamo ancora continuare a seguire che semina ignoranza e raccoglie schiavi? La favola che le religioni aiutano ad essere migliori non funziona più, possiamo anzi affermare che la religione opprime?
Qualcuno molto più qualificato di me lo aveva già affermato, tuttavia quando si appresta l’ora della morte o si affrontano situazioni gravi per la nostra psiche, allora ecco che viene naturale per paura o per conforto, rivolgersi alla religione, diventando in automatico le persone più pie di questa terra. Questo di per sé non è sbagliato, abbiamo la necessità (o almeno molti di noi) di un rapporto col Sacro. Ma quello di cui avremmo davvero bisogno è di spiritualità; connessione col prossimo, empatia e la consapevolezza di non essere gli unici stronzi che hanno privilegi a vivere.
Vi è più carità in coloro che distanti da altari aiutano il prossimo, piuttosto che in quelli che si battono il petto la domenica, accendendo i ceri in pubblico; o peggio in chi con testi sacri in mano fa propaganda per accrescere il proprio consenso e potere.
Dio è morto e lo abbiamo ucciso noi, sistematicamente. Tenendo in vita un guscio, un surrogato, un’eco muta che parla attraverso i pubblicisti, dogmi creati per mistificazione e religiosi ebbri di autorità. Ma non è attraverso le parole costruite per ammansire le greggi che risiede il divino. Non vi è trascendenza o spiritualità nelle moltitudini spinte da odio e dominazione che ripetono come cani di pavloviana memoria, dogmi e preghiere vuote.
Le religioni costruite su concili e le catechesi rovesciate nelle orecchie di bambini, non hanno in sé Dio, ma solo desiderio di plasmare schiavi da usare a proprio uso e consumo.
Colpa e peccato sono elementi costanti della nostra psicologia, così come la promessa di un aldilà migliore. Ma si agisce per paura e convenienza, piuttosto che con Fede e consapevolezza. L’Etica e la Morale non hanno bisogno di sacerdoti, rabbini o muezzin per essere insegnati. Esse vanno curate laicamente, senza le promesse fallaci di Paradisi o Inferni. È nel singolo allora che arriva quella coscienza interiore capace di camminare eretti senza nuocere e migliorando passo dopo passo.
Santa Teresa parlava di Castello Interiore ed è quella fortezza che va costruita interiormente, a prescindere da Rivelazioni e Castighi. Andando oltre le parole di uomini (mortali) che nei secoli hanno plasmato per convenienza e status quo le nostre coscienze, facendo leva su paura e ignoranza. Andare oltre la triade monoteista, giungendo così ad una concezione pura di sacro, capace di essere noi stessi Dio in terra. Leggendo, capendo e ascoltando l’altro, non come nemico o minaccia, ma come entità viva e pulsante coi suoi drammi e necessità.
Questa è la Via da imboccare se non vogliamo soccombere ulteriormente ad una realtà priva, quasi completamente, di umanità.

