Lun. Nov 10th, 2025
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La condizione umana del nostro tempo ha moltiplicato le possibilità, offrendo un ampio ventaglio di scelte: possiamo vivere al momento, possiamo cambiare rotta, possiamo costruire e decostruire i ruoli imposti dalla società, ma la percezione della riduzione del desiderio è palpabile, perché corriamo affannati verso l’eccezionalità.
Le relazioni che un tempo si costruivano nella prossimità fisica e nella lentezza della consuetudine, oggi si realizzano in una dimensione nuova, in spazi ideali e virtuali che spesso sembrano addirittura immateriali.
All’interno di questo scenario urge riconsiderare e rivedere le vere coordinate dell’incontro con l’altro, lo spazio vissuto e le parole “troppo dette” o mai pronunciate.

L’individuo è sempre più monade chiusa verso l’esterno, dove le interazioni si moltiplicano, ma i legami profondi evaporano perché privi di ascolto attivo e profondità progettuale.
Il volto dell’altro appare confuso tra le mille maschere immerse in piattaforme digitali aderenti a modelli prestabiliti, i quali plasmano a priori la forma stessa delle relazioni, favorendo una forma di esposizione continua che tende più a mostrare che ad essere.
Questa nuova dimensione antropologica sembra collocarsi sulla versione tragica delle “vite spericolate”, incastrate nella ricerca di un senso oltre il limite imposto dai poteri, nella necessità di superare l’orizzonte tragico della vita senza l’approdo sicuro dell’etica imposta. In uno sfondo privo di valori, immerso nella poltiglia del nichilismo, cerchiamo una vita eroica. Eroica come quella di Achille che sceglie la morte tragica e breve, rifiutando una vita lunga e priva di gloria; folle, ma lucida al tempo stesso.
Come Prometeo, che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, ma viene condannato alla tortura eterna. Una vita ardita come quella di Icaro, così attratto dalla veloce corsa per raggiungere il sole da non temere il destino della caduta.

Nella definizione dei contorni delle vite spericolate il mito greco ci offre una vasta gamma di significati, in cui le esistenze non insegnano la prudenza e l’aderenza alla legge, ma il coraggio di andare oltre-limite, inseguendo la propria vocazione tragica.
Oggi una vita spericolata è uno slogan rock, un contenuto cinematografico,  un mito di costume che non trasmette l’equilibrio. Tuttavia la trasgressione è la disobbedienza agli argini imposti,  una parabola di libertà e di ribellione contro la sottomissione. È una scelta anch’essa tragica, come se il destino dell’uomo fosse ontologicamente orientato ad abbattere i muri costruiti dalle generazioni precedenti.
La tragedia insista nel mito ci insegna però,  che queste scelte spericolate hanno un rischio molto alto: solitudine, incomprensione, spesso anche la morte, come le star del Club 27, decedute tutte all’età di ventisette anni per un insolito gioco del destino.
Eppure chi ha osato sfidare, ribellarsi, lottare fuori dall’omologazione, affascina, cattura, perché rimane fuori dal limite delle cose e si inserisce nello sfondo dell’eternità, parla anche se è finito. Forse perché in fondo nessuno di noi vuol essere-finito, ma cerca di sopravvivere nella memoria, sfidando l’oblio. Perché la rivoluzione è più nobile della sottomissione e la tragica caduta non ridimensiona l’eroe, anzi lo consacra.
Per questo, sulle note di Vasco, alcuni vogliono “Una vita spericolata, una vita come Steve McQueen, una vita che se ne frega di tutto, sì. Una vita che non è mai tardi, di quelle che non dormi mai”.
Una vita che sfidi la morte e che riecheggi nell’eternità di una scelta coraggiosa, di quelle che con estremo coraggio hanno cambiato il mondo e con esso l’ordine delle cose.

di Annachiara Borsci

Annachiara Borsci è docente di Filosofia e Storia al Liceo "Moscati" di Grottaglie (TA). Dopo la Laurea in Filosofia, conseguita all'Unisalento di Lecce nel 2004, ha proseguito gli studi conseguendo nel 2009 il Dottorato di ricerca in discipline storico- filosofiche presso la stessa Università di Lecce sul pensiero di Hannah Arendt dal titolo "Il problema del male e la rifondazione della politica".

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