Il terzo episodio del nostro podcast esplora il lungo periodo di tensione che segue la fine della prima guerra del Nagorno-Karabakh, dal 1994 fino al 2020. Dopo il cessate il fuoco del 1994, Armenia e Azerbaigian si trovano a vivere in uno stato di tregua instabile, dove il conflitto non è mai veramente finito. La regione del Nagorno-Karabakh, pur restando de jure parte dell’Azerbaigian, viene governata di fatto dagli armeni, creando una situazione di ambiguità e frustrazione.
In questo episodio, approfondiamo le dinamiche che hanno mantenuto alta la tensione nel corso degli anni, con continue scaramucce e incidenti armati lungo la linea di contatto. Nonostante gli sforzi diplomatici internazionali, come quelli del Gruppo di Minsk dell’OSCE, nessuna soluzione definitiva è mai stata trovata. Ci soffermiamo anche su come le relazioni tra Armenia e Azerbaigian si siano progressivamente deteriorate, con entrambe le parti che hanno militarizzato sempre di più i loro confini e preparato il terreno per futuri scontri.
Esploriamo inoltre il ruolo crescente delle potenze internazionali. La Russia, storicamente alleata dell’Armenia, e la Turchia, che appoggia l’Azerbaigian, iniziano a svolgere un ruolo più attivo, aggiungendo una dimensione geopolitica al conflitto. Anche l’Iran, seppur con un ruolo più marginale, osserva con preoccupazione la crescente instabilità nella regione.
Questo episodio è cruciale per comprendere come il conflitto, pur senza raggiungere mai un vero e proprio accordo di pace, abbia continuato a vivere sotto la superficie, in un fragile equilibrio destinato a rompersi. Concludiamo con i segnali di crescente escalation che porteranno, negli anni successivi, alla ripresa delle ostilità aperte.