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Poseidone, Dio delle acque, delle tempeste e dei terremoti

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Il mito del dio Poseidone è tra i più celebri e conosciuti del mondo antico e non solo, poiché suscita ancora enorme fascino per tutto ciò che evoca. Fa parte della grande triade dei figli di Crono e Rea, insieme a Zeus e Ade, venne ingoiato dal padre, perché secondo la profezia egli sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli, venne poi rigurgitato grazie all’intervento del fratello Zeus, il quale era stato risparmiato dalla protezione della madre.

Poseidone è il signore delle profondità oceaniche, protettore dei cavalli e colui che, dotato di grande forza, è in grado di scatenare tempeste e terremoti. Il suo carattere magnanimo e capriccioso al tempo stesso, lo rende capace di grandi doni, come far sgorgare sorgenti in terre aride e isole dalle profondità del mare, ma anche responsabile di catastrofi a causa del suo carattere mutevole e capriccioso.

È rappresentato in tutta la sua maestosità fisica, barbuto e con capelli lunghi e mossi, soprattutto nel suo atto di emersione dalle acque con in mano il noto tridente, oggetto distintivo a cui sono attribuiti grandi poteri e dal quale si scatena un’energia in grado di scuotere le acque e la terra. I suoi simboli sacri sono il delfino, il cavallo e il pesce, l’albero che lo rappresenta in tutta la sua forza è il pino. La sua dimora si trovava negli abissi marini in un maestoso palazzo d’oro, decorato con coralli, pietre preziose e conchiglie.

Poseidone era molto adorato nel mondo classico, anche più dello stesso Zeus, dato che la Grecia è un territorio ricco di isole, bagnato dal mare, con un popolo di marinai, i quali invocavano la protezione del dio durante la navigazione, ma al contempo ne temevano l’ira. La scelta della sua sposa ricade su Anfitrite, una Nereide o Oceanide, ma in un primo momento lei lo rifiuta, solo con l’intervento di Delfino, un amico di Poseidone, accetterà di unirsi al dio in matrimonio.

Tra le avventure extra coniugali di Poseidone si annovera il tentativo di seduzione della bella Medusa, la quale cederà alle sue lusinghe giacendo con lui nel tempio di Athena. Scoperta la profanazione la dea adirata la tramuterà nel mostro che conosciamo, con serpenti al posto dei capelli e con la capacità di pietrificare gli uomini con il suo sguardo, un tempo noto per la sua dolce seduzione.

Tra i figli di Poseidone sono noti i Tritoni, con il corpo per metà pesce e metà umano, che hanno il compito di placare le tempeste; il cavallo parlante Arione e il cavallo alato Pegaso, generato dal sangue di Medusa. Tra i più celebri troviamo Polifemo, il gigante con un occhio solo, il quale fu accecato da Ulisse. Per vendicare l’oltraggio subito dal figlio, Poseidone perseguitò a lungo Ulisse ritardando il suo ritorno ad Itaca, da qui il lungo peregrinare dell’uomo narrato nel capolavoro dell’Odissea.

Il culto di Poseidone era molto sentito anche nella Magna Grecia, infatti il mito narra che la colonia di Taranto fu fondata da Taras, figlio del dio dei mari, il quale a cavallo di un delfino approdò nella città, attraversando un corso d’acqua che prese il nome di fiume Tara. Sono ancora presenti nel borgo antico di Taranto i resti del templio dedicato a Poseidone, due colonne doriche che si slanciano come testimonianza della originaria costruzione e traccia sensibile di un culto antico.

Successivamente i romani associarono il dio greco a Nettuno, come protettore della navigazione e dei commerci, dedicando molti templi in suo onore.

Baudelaire, poeta francese, cita Poseidone nei suoi versi:

Il dolore lontano

Il peso annullato

Mi fa l’occhiolino

Poseidone sfrontato.

Il dio col tridente

con fare suadente

è lì a conquistarti

è pronto a baciarti.

Ma io non mi fermo,

vuoi un bacio?

Vieni a prenderlo!

Muovi queste onde, siano loro

A raggiungere le mie dolci fossette;

Galleggio

Mi ormeggio

Al margine blu

Del Dio bagnato

Immenso

Amato.

Galleggi t’ormeggi

ondeggi volteggi

vaneggi folleggi

festeggi amoreggi

Il cuore batte

Sempre più forte,

mi esce dal petto

e vola da te

Il tempo si ferma

Crono invisibile

Nettuno mi scherma

Soffrire impossibile.

Dall’acqua ha origine la vita, nel mare si affondano le inquietudini e le acque da attraversare sono l’emblema del viaggio dell’uomo verso nuove mete. Sii clemente Poseidone, non intralciare il lungo viaggio verso l’ignoto, rendi placide le acque!

 

By Annachiara Borsci

Annachiara Borsci è docente di Filosofia e Storia al Liceo "Moscati" di Grottaglie (TA). Dopo la Laurea in Filosofia, conseguita all'Unisalento di Lecce nel 2004, ha proseguito gli studi conseguendo nel 2009 il Dottorato di ricerca in discipline storico- filosofiche presso la stessa Università di Lecce sul pensiero di Hannah Arendt dal titolo "Il problema del male e la rifondazione della politica".

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