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La carta, un materiale che abbiamo sotto mano ogni giorno e che viene utilizzato, è riciclato ormai da secoli. L’Italia dal punto di vista del riciclo di questo materiale è uno dei paesi più virtuosi in Europa. Nel 2019 in Italia si è registrato un riciclo dell’80% del materiale utilizzato nel territorio.

LA STORIA – Da dove viene la storia del riciclo della carta? Tra tutti i materiali la carta è stato uno dei primissimi ad essere riciclato. La prima carta riciclata era una pergamena cinese del 150 d. C., realizzata a partire da vecchi stracci. Questa tecnica è stata impiegata fino al 1844, anno nel quale è stata inventata la carta nella sua accezione moderna. In quel momento storico, Friedrich Keller, rinomato inventore tedesco, aveva brevettato un processo che permetteva di ottenere carta partendo dalla pasta di legno, favorendo una produzione di questo materiale su larga scala. A partire da allora, esplose la stampa di libri e giornali che fino ad allora erano prodotti in quantità estremamente limitate, e di certo non accessibili al grande pubblico.

LE FASI DEL RICICLO – Ma che cos’è la carta? E come avviene il riciclaggio? La carta è un materiale che si ottiene a partire da fibre disidratate di cellulosa, un polimero che si trova in diverse specie vegetali. Genericamente, sugli oggetti di carta che abbiamo sotto mano ogni giorno possiamo vedere principalmente tre diversi simboli: 20PAP (cartone ondulato), 21PAP (cartone non ondulato) e 22PAP (carta).
Il riciclaggio parte con l’arrivo dei rifiuti nelle grandi cartiere, centri addetti al riutilizzo dello scarto di lavorazione per produrre nuova carta. Suddette fibre che compongono la struttura portante del materiale, vengono trasformate in una poltiglia tramite la fase del cosiddetto “pulping”, in cui la grande quantità di carta viene messa a bagno in una vasca speciale, con acqua e additivi come argille e calcari, per dare alla carta opacità e resistenza. Ciascun tipo di carta avrà degli appositi additivi: per la carta da quaderno si aggiungerà della colla, per la carta da forno si utilizza dell’olio che verrà poi asciugato, mentre per la carta patinata verranno aggiunte delle argille.
Una volta mescolata la polpa con gli additivi, questo impasto viene spinto attraverso diverse coppie di rulli rotanti che, schiacciandola, tolgono l’acqua in eccesso e creano un unico grande foglio di carta, che verrà poi arrotolato per formare delle bobine.

Le fibre utilizzate per la creazione di carta riciclata provengono in gran parte da industrie di scarto della lavorazione della carta, come le già citate cartiere, già divise per tipologie, e dalla raccolta differenziata dei cittadini, quindi prodotti che devono essere ancora suddivisi. Il primo lavoro che bisogna fare è dividere i tipi di carta. I nostri rifiuti vengono inviati in un impianto di selezione che, tramite delle tavole vibranti e dei dispositivi ottici con getti di aria compressa, separa i principali tipi di carta e cartone, così da agevolare il riciclo da parte delle cartiere.
Durante questa prima selezione è anche importante rimuovere gli eventuali intrusi presenti, come pezzi di plastica, di vetro oppure di metallo. I rifiuti raccolti e smistati vengono quindi imballati e mandati alle cartiere per il riciclaggio vero e proprio. Qui, la prima fase di riciclo è la macinazione della carta, così da ridurre la sua dimensione. Inserita nell’acqua, la carta si sbriciola e scompone, e si ottiene una poltiglia ricca di fibre. Questa “zuppa” di carta in sospensione viene ulteriormente purificata per rimuovere eventuali residui contaminanti. Se l’obiettivo era ottenere della tipica carta dal colore beige marroncino, si passa direttamente allo step successivo, altrimenti c’è un passaggio intermedio detto disinchiostrazione. Tale passaggio serve per sbiancare il pulp, cioè la polpa di acqua e carta macerata. Pertanto, per rendere bianco l’elaborato da riutilizzare, si eliminano tutti gli eventuali inchiostri, smalti e vernici residui.

L’ultimo step prevede il passaggio della carta attraverso queste macchine che la lavorano continuamente. Questo permette di asciugarla, di schiacciarla, di ottenere delle bobine di carta dallo spessore desiderato. Tale fase è appunto la bobinatura.

LE CARTE NON RICICLABILI – Ma dunque tutta la carta può essere riciclata? No. Esistono diverse tipologie di carta che non sono riciclabili: pensiamo alla carta fotografica, ad alcuni tipi di imballaggio o agli scontrini. A questo gruppo si aggiungono anche la carta sporca di cibo, olio, fazzoletti usati o gli imballaggi dei detersivi. Tutti esempi che per il riciclo comprometterebbero la fase di pulping, creando un impasto dalle proprietà tecniche inferiori.
Al loro interno sono presenti infatti sostanze, siano essi olio o sostanze chimiche, che vanno ad abbassare la qualità del prodotto finale.
Tra i vari prodotti non riciclabili, uno di questi è particolarmente interessante ed è il poliaccoppiato che è nel mirino degli ambientalisti da anni ormai. Consiste nel classico materiale che viene utilizzato per i contenitori del latte o dei succhi di frutta, un materiale costituito da tre strati attaccati tra loro (carta, plastica e alluminio). Fino a poco tempo fa, questo prodotto non era riciclabile, da qui l’ira degli ambientalisti, ma ultimamente alcuni impianti si sono attrezzati con linee apposite per riuscire a separare le tre componenti e utilizzarle come tre distinti materiali da riciclaggio.

I LIMITI DEL RICICLAGGIO – La carta è riciclabile all’infinito? No. Ad ogni ciclo, infatti, le fibre della carta si indeboliscono e arriva a un certo punto in cui perdono le loro proprietà meccaniche, divenendo quindi inservibili, finendo negli scarti di lavorazione. Solitamente un prodotto di carta può essere riciclato fino a 7 volte. Tuttavia non è in realtà moltissimo, soprattutto se consideriamo che la plastica può essere riciclata per almeno venti volte. Quindi sì il riciclaggio della carta è molto importante, fondamentale anzi. Ma fin quando esisterà la carta sarà necessario alimentare la filiera con nuovo materiale vergine. Per fortuna però esiste una certificazione, la FSC, che garantisce la sostenibilità delle foreste per la carta. In altre parole, sancisce che gli alberi abbattuti debbano venir rimpiazzati da nuovi alberi, così da mantenere un equilibrio nella foresta ed evitando di disboscare intere aree. Se non altro, il 75% delle fibre vergini utilizzate provengono proprio da queste foreste certificate.

In conclusione, riciclare la carta è doveroso per noi al fine di tutelare l’ambiente, pur sapendo che in probabile futuro potremmo iniziare a sostituirla con altre materie prime con cicli di riciclaggio più lunghi.

di Mattia Carlucci

Sono uno studente di Storia dell'Arte di Lecce, con laurea al DAMS e ho la grande passione per le civiltà antiche. Scrivo articoli per Metasud su diverse storie mitologiche, aneddoti storici ed interviste a giovani ragazzi del Sud. Gestisco anche un canale Youtube chiamato "La Landa del Sole" dove parlo di giochi di ruolo e mondi fantasy. Credo fermamente nel progetto editoriale e spero che il mio amore per la scrittura sia un valido alleato alla causa.

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