Una penna si sveglia a mezzogiorno tutta scazzata, reduce da una notte insonne, e decide che è il momento di deformare la realtà che la circonda. È una penna che non vuol sentir ragioni, dice le cose che non puoi dire davanti a tutti.
Quadretti ospita ciò che le passa per la testa, anzi soprattutto per lo stomaco. In questa rubrica si sorriderà, si storcerà il naso, si lavorerà d’immaginazione. Tutto questo in letture che vi ruberanno sì e no un paio di minuti. Pronti?
Uno svedese, finlandese o danese, insomma un metro e novanta di carni scandinave diafane maculate di chiazze salmone che avanza con andatura tutta dinoccolata, nelle Birkenstock dalla suola consunta appiccicata agli immancabili calzini di spugna, bianchi forse parecchie ore prima. Sarà un padre di famiglia, e invece no, è il maggiore dei tre figli della coppia, avrà quindici anni. Nella sinistra stringe il bicchiere di cartone bollente siglato “Petricks”, con un’apofonia e una sibilante di troppo, ma quant’è contento, se la ride, era sicuro di aver scandito bene “Pa-trick!” al cameriere. Il caffè bollente fluttua pericolosamente nel perimetro cartonato, sospinto dal moto ondoso che scandiscono i passi di Patrick.
Gli spagnoli conversano chiassosi, ma chiassosi proprio con i loro modi ispanici, mentre tagliano la strada a Patrick, troppo alto per accorgersi di loro da lassù. Articolano i loro pensieri gesticolando con fervore, in branco attraversano il corridoio come una turbolenza improvvisa nel terso cielo scandinavo.
Geyser scuro dall’alto, come battesimo divino fulmineo. I tarchiati iberici, benedetti dalle ustioni di primo grado procurate dal dio norreno di turno, avrebbero perso la voce, tanto le loro laringi sono state provate. Quasi per una legge del contrappasso.